Il Consiglio Direttivo Nazionale, durante la seduta tenutasi sabato 31 ottobre 2015, ha assegnato a Treviso l'organizzazione della 90° Adunata Nazionale.
La città veneta ospiterà gli Alpini per la terza volta, dopo le Adunate del 1967 e del 1994.
Il Consiglio Direttivo Nazionale, durante la seduta tenutasi sabato 31 ottobre 2015, ha assegnato a Treviso l'organizzazione della 90° Adunata Nazionale.
La città veneta ospiterà gli Alpini per la terza volta, dopo le Adunate del 1967 e del 1994.
Quella per il cinquantesimo è stata una festa come non se ne vedevano da anni a Paderno: le note della fanfara alpina di Prezzate hanno richiamato nel pomeriggio i cittadini lungo le vie del paese fino all’ammassamento, collocato significativamente in Via Don Gnocchi, per rendere onore a una delle figure simbolo dell’iconografia alpina. L’omaggio di un mazzo di fiori al beato dei mutilatini ha dato il via alla sfilata, cui hanno preso parte alpini delle sezioni di Lecco, Monza, Bergamo e Milano. Attraverso strade imbandierate, il corteo guidato dal direttore generale della Sezione, Mauro Farina, si è snodato fino alla parrocchiale di Santa Maria Assunta. Il nutrito drappello padernese marciava dietro uno striscione emblematico: “Sfilano al nostro fianco gli amici andati avanti: il loro ricordo è vivo in ognuno di noi”.
Anche la Messa, colorita dal Coro Stelutis di Brivio, ha avuto come prologo il ricordo dei soci scomparsi: il toccante elenco di quarantanove nomi è stato letto in apertura. Nell’omelia il parroco, don Antonio Caldirola, ha ringraziato gli alpini padernesi per il sostegno fornito alla Parrocchia sin dalla fondazione, di cui fu fautore anche il parroco di allora, Mons. Giovanni Bianchi. Don Antonio, riferendosi alla domanda finale di “Non era che ieri”, il libro scritto per l’occasione sulla storia del Gruppo, ha chiesto di guardare al futuro, di portare nel domani quella lealtà, quel rispetto, quella solidarietà, quel senso del dovere che caratterizzano gli alpini.
Al termine della funzione, il corteo si è trasferito al Monumento-campanile, nella suggestiva cornice della vallata dell’Adda e del ponte auto-ferroviario. Elio Villa, capogruppo per tutti i cinquant’anni, ha voluto ricordare l’esuberanza del Gruppo, tramandata dai fondatori alle nuove leve, e ha manifestato la sua intima riconoscenza ai soci, capaci di rendere concreti i valori dell’alpinità.
Il sindaco alpino Renzo Rotta ha rimarcato le tante opere realizzate dal Gruppo, in particolare il monumento stesso e la sede, e ha auspicato una collaborazione stretta e costruttiva con il comune, dopo le incomprensioni reciproche con alcune amministrazioni.
Anche Il presidente sezionale Marco Magni ha ricordato l’attività del Gruppo padernese e citando Don Gnocchi (“L’uomo è un pellegrino malato d’infinito, incamminato verso l’eternità”) ha esortato a lasciare da parte le invidie e le meschinità.
Il consigliere nazionale Mariano Spreafico ha sottolineato la splendida atmosfera della manifestazione serale in un sito di grande bellezza e ha poi parlato dei valori auspicando – da italiano più che da alpino – il ripristino del servizio di leva o di qualcosa di simile nell’ambito della protezione civile e ambientale.
Il Gruppo di Paderno d’Adda, dopo mezzo secolo di vita, ha voluto “fermarsi compiaciuto a osservare dall’alto della quota raggiunta la strada percorsa – così l’epigrafe di “Non era che ieri” – e ora “ne trae incitamento per proseguire verso l’alto”.
È stato un vero successo la gita in Val di Sole organizzata da Biblioteca Comunale, Pro Loco e Gruppo Alpini di Paderno d’Adda. La giornata è iniziata con una visita al Sacrario del Tonale, dove è sepolto anche un Caduto padernese, Luigi Valtolina.
Successivamente la comitiva si è trasferita a Vermiglio, dapprima a Forte Strino, dove la guida Felice ha illustrato tutti i locali della fortificazione austriaca, commentando anche la situazione storica del piccolo paese e gli effetti che la presenza del forte ebbe sui suoi abitanti, addirittura deportati. Poi, tappa al Museo della Guerra, che raccoglie numerosi cimeli della Prima Guerra Mondiale.
Dopo il pranzo a Cogolo di Peio, un’altra tappa: il piccolo ma fornitissimo Museo della Guerra di Peio Paese e una sosta all’ex cimitero militare accanto alla Chiesina cinquecentesca di San Rocco, dove riposano i resti di soldati restituiti dal ghiacciaio.
Nel salone dell’Oratorio è stato presentato «Non era che ieri», il libro scritto dal socio Daniele Riva sulla storia del Gruppo in occasione del cinquantesimo anniversario di fondazione.
Daniele ha spiegato che “la memoria è il mezzo a nostra disposizione per provare a fermare l’attimo, a riviverlo strappando dei brandelli al passato. Per questo motivo nel 2008 il Gruppo Alpini ha istituito le serate della «Storia narrata dai protagonisti», attuando uno degli scopi previsti nello statuto dell’Associazione Nazionale Alpini: «Tenere vive e tramandare le tradizioni degli Alpini, illustrarne la gloria e le gesta». La nostra non è una Storia con la S maiuscola, quindi la nostra gloria e le nostre gesta sono scritte con la G minuscola. Ma sono comunque importanti per noi, per il Gruppo, per la comunità di Paderno d’Adda, e sono anche tangibili sotto forma del monumento-campanile e della sede, oltre che dei lavori di bonifica sulla scarpata.
Per lasciare testimonianza, per rinnovare la memoria, che si fa sempre più labile con l’allontanarsi dagli eventi, qualcuno, nella riunione del Consiglio Direttivo del giugno 2014, ha lanciato tra le varie proposte per il cinquantesimo, l’idea di scrivere un libro sulla storia del Gruppo. Così, ho assemblato un paio di capitoli e li ho sottoposti al Consiglio nella riunione di fine febbraio. Abbiamo stabilito di proseguire nella stesura, riservandoci in un secondo momento di decidere su come finanziarci e su come trovare qualcuno che lo stampasse”.
Il presidente sezionale Marco Magni ha ricordato un fatto che lo lega al Gruppo di Paderno, l’incontro con il Papa del marzo 2014, quando fu il capogruppo Elio Villa a raccogliere la sua emozione e a dargli tempo di riprendersi. Ha poi fatto notare quante siano le attività che ogni Gruppo Alpini svolge e come esse risaltino dalle pagine del libro, grazie anche alla scelta di inserire ampi stralci dei documenti, rendendo viva l’atmosfera del tempo in cui furono scritti. Per rimarcare il valore della memoria, Marco ha poi voluto leggere una delle epigrafi poste all’inizio di ogni capitolo, quella di Nelson Cenci, tratta da Ritorno: “Ancora oggi noi, sopravvissuti a quella tragica avventura in terra di Russia, sentiamo la necessità di ritrovarci, soprattutto nei periodi dell'inverno nei quali più vivi si fanno i ricordi di allora. Quando ci incontriamo siamo sempre in meno perché, a causa degli anni, qualche amico nel frattempo ci ha lasciati ed è andato avanti. Scorgiamo sui nostri visi il correre del tempo, ci abbracciamo, ascoltiamo insieme la messa, poi ci sediamo attorno a un tavolo o davanti ad un camino, e raccontando o ascoltando gli altri raccontare, ci pare a volte torni in noi l'antico dolore e una profonda malinconia ci pervade”. Il presidente ha poi chiuso citando l’importanza della fede come nostra guida, recitando l’omonima poesia di Trilussa che si conclude così: “Quella vecchietta cieca, che incontrai / la notte che mi persi in mezzo al bosco, / mi disse: - Se la strada non la sai, / ti ci accompagno io, ché la conosco. / Se hai la forza di venirmi appresso, / di tanto in tanto ti darò una voce / fino là in fondo, dove c'è un cipresso, / fino là in cima, dove c'è la Croce… / Io risposi: - Sarà … ma trovo strano / che mi possa guidare chi non ci vede … – / La cieca allora mi pigliò la mano / e sospirò: - Cammina! - Era fa Fede”.
Questa, dunque, è la fotografia del Gruppo Alpini di Paderno d’Adda adesso. Ma non è un punto d’arrivo: è – come riportato nell’epigrafe in testa al libro – il momento in cui, salendo verso la cima, ci si sofferma un momento a guardare la strada finora percorsa, per poi risalire con rinnovato slancio verso la vetta.